Comune di Banari Articolo San Lorenzo Martire   B A N A R I LE CHIESE (a cura di Costantino GIOLA)    Chiesa parrocchiale di San Lorenzo        La chiesa venne donata, assieme a quella di San Michele, nel 1113 dal giudice di Torres Costantino primo ai monaci camaldolesi, originariamente erano entrambe di piccole dimensioni e costruite in stile romanico.      A favore delle due chiese vennero nel corso del XII e XIII secolo emanate varie bolle pontificie con le quali venivano poste sotto la protezione papale e confermati i privilegi dei monaci camaldolesi su entrambe (la prima del 7 marzo 1125 da parte di Onorio II, seguita da quelle di Innocenzo II del 22 aprile 1137, Eugenio III del 6 febbraio 1146, Adriano IV del  14 marzo 1154, Anastasio III del 19 novembre 1154, Lucio III del 7 luglio 1183, Clemente III del 23 dicembre 1187, Gregorio IX del 28 giugno 1227, Innocenzo IV del 29 novembre 1252), un decreto emanato nel 1209 attesta che alle due chiese si interessò anche l'imperatore Ottone IV.      Papa Anastasio III con bolla del 19 novembre 1154 pone le due chiese con le loro pertinenze  sotto la giurisdizione dell'Abbazia della SS. Trinità di Saccargia.  Verso la metà del XIV secolo, con la partenza dei monaci, venne eretta in parrocchia sotto la giurisdizione del Vescovo di Sorres, della quale risulta titolare nel 1342 il rettore Quirico Sanna, il quale versa in quell’anno 2 libbre e 15 soldi di decime, mentre per gli anni 1346/1350 lo stesso versa 4 libbre una prima volta e una libbra e quindici soldi una seconda, il successore il rettore Filippo negli stessi anni (forse nel 1357) ne versa solo una libbra, forse a saldo delle decime imposte da Papa Clemente VI per la lotta contro i Turchi.      In quegli stessi anni si ha un versamento in due soluzioni da parte del rettore Quirico Sautra (senz’altro Sanna) di quattro libbre, soldi quattordici, den.nove.      Costituì una prebenda concessa ad un canonico del capitolo epistolare di Sorres, uno di questi fu il rettore Agostino Virde, che partecipò al Sinodo del 22.2.1473 e che venne nominato scrivano e notario della stessa Diocesi e canonico di quella di Castra.      Di quel periodo conosciamo anche un preidi Gayngiu di Scanu.      In data 2 luglio 1513 è stata promulgata una bolla da parte di Papa Leone X, della quale non conosciamo il contenuto.      Al 3 dicembre 1597 risale la messa in opera del portone come risulta dall'iscrizione posta sul timpano: Custa porta est fatta a 3 de Nadale 1597.      Nel 1684 costituiva rettoria godente di decime mentre nel 1841, sempre con il titolo di rettoria, il terzo delle decime in natura spettava all’arcivescovo di Sassari.      Dalla relazione della visita pastorale di Mons. Juan Morillo, Arcivescovo di Sassari, del 12 marzo 1688, essendo Amministratore Juan Angel Sasso, veniamo a sapere che la chiesa era proprietaria di 60 capre, 74 vacche, un giogo di buoi ed alla stessa i vassalli erano tenuti a versare sei carrette di grano.    Il clero era costituito dai Rettori Antonio Gavino Manunta e Quirigo Petenado, dai Sacerdoti Martin Masala, Juan Maria Solinas e Gavino Serra.      Dall'ispezione dell'altare, della sagrestia e del cimitero emerse che tutto era tenuto in grande decenza.      Fino ai primi anni del XIX secolo gli atti erano redatti in spagnolo (l'ultimo un testamento raccolto dal Rev. Gavino Carboni-SERRA il 14 gennaio 1807), secondo il decreto dell'Arcivescovo Mons. Carlos Francisco Casanova del 1762, e a seguito della sua visita del 17 maggio dello stesso anno.      L'italiano venne usato la prima volta dall'Arcivescovo Mons. Giacinto Della Torre il 9 marzo 1793 per l'approvazione del Rendiconto delle rendite della chiesa di San Lorenzo relative agli anni dal 1784 al 1787 e della chiesa di Santa Maria di Cea per gli anni dal 1780 al 1787. Amministratore (in spagnolo OBRERO) era il Vicario Parrocchiale Canonico Matteo Manunta.       La chiesa di San Lorenzo iniziò ad avere le dimensioni attuali a partire dai primi anni del 700 quando, su iniziativa ed a proprie spese,  del Rettore Gavino Manunta venne edificato il presbiterio e la cappella dedicata ai Martiri turritani nella quale venne accordato allo stesso e a tutti i discendenti della famiglia Manunta il diritto “sedendi et sepeliendi” con atto rogato dal notaio Giovanni Maria Sechi il 24 gennaio 1722 e che si legge nella iscrizione scolpita nel muro laterale di detta cappella.      Nel 1732 fu eretta la cappella di Sant’Antonio dalla famiglia Solinas ed anche alla quale venne accordato il diritto “sedendi et sepeliendi” come si rileva dalla lapide posta nel muro della cappella.      Le altre quattro cappelle vennero costruite  successivamente, parte con fondi della stessa chiesa e parte con oblazioni dei parrocchiani, ad iniziare dal 1789 quando venne eretta la terza e per la quale si pose l’iscrizione nel timpano del portone: Hoc templum auctum est anno 1789.      In quel periodo reggeva la Parrocchia in qualità di Vicario il pro - dottore Matteo Manunta di Banari, successivamente nominato canonico turritano, mentre l’arcivescovo di Sassari era Giacinto Della Torre del quale vi è lo stemma dipinto sul timpano della porta e al lato del quale è scolpita una mano che impugna una palina con la lettera C sulla mano destra e la M sulla mano sinistra per indicare “Casa Manunta”.      Nel 1806 viene costruita la sagrestia integrata da un andito ed una galleria esterna, in precedenza si trovava dietro l’altare maggiore ed alla stessa si accedeva da due piccole porte poste ai lati dell’altare.      Nel 1834, essendo Rettore il teologo Salvatore Cugurra diventato in seguito Rettore della chiesa di Santa Caterina di Sassari, l’antico tavolato venne sostituito dalla volta e vennero rinforzati i muri perimetrali.      Durante questi lavori venne alla luce, sotto la base dell’altare maggiore, una pietra scavata a forma di sepolcreto contenente tre piccoli astucci d’argento ripieni di polvere e di pezzetti di ossa, che erano forse le reliquie che vi erano state poste all’epoca della costruzione della chiesa, assieme agli astucci vennero rinvenuti frammenti di carta appartenenti senz’altro alla pergamena usata per indicare l’anno di costruzione, il nome del vescovo consacrante e la descrizione delle reliquie.      Forse la tradizione che riferiva della esistenza sotto l’altare di molte reliquie nonché di una parte del dito di San Lorenzo è da collegare a questo sepolcreto, ricollocato il 26 aprile 1885 alla presenza di Mons. Marongiu Delrio sotto la mensa dell’altare maggiore.       Negli anni 1851/52 la piccola arcata che sosteneva le campane venne sostituita dall’attuale campanile grazie al contributo di donna Annica Solinas, di risparmi della chiesa ma soprattutto della forte generosità dei banaresi che contribuirono sia finanziariamente che materialmente fornendo gratuitamente la propria opera.       Nel 1858 venne ricostruito l’altare maggiore che era stato danneggiato dai lavori eseguiti durante i lavori del 1834 di sostituzione del tavolato.      Nel 1863, all’esterno del presbiterio, venne costruita una casetta per il deposito di materiali non interessanti il culto, essendo rettore il teologo Pitalis.      Nell’anno 1868 vennero rifuse le due campane dai fratelli Muzzu di Tempio, consacrate l’11 ottobre 1872 da Mons. Diego Marongiu Delrio, alla campana grande venne dato il nome di Maria Immacolata, alla piccola di Maria Giacobba.      Sino al 1878, alla chiesa parrocchiale ed all’Oratorio di Santa Croce erano annessi due piccoli cimiteri,l’attuale cimitero venne benedetto in data 8 maggio 1887 dal rettore Vincenzo Chighini.      Nell’ottobre del 1884 Mons. Marongiu Delrio fa erigere a proprie spese il fonte battesimale.     Serie dei Parroci sino agli inizi del XX secolo        Soltanto a partire dal 1650, anno in cui si iniziano a documentare i fatti interessanti le vicende parrocchiali ed, in particolare, dal 1663 con l'istituzione di quei particolari Registri che sono i "Quinque Libri" relativi ai battesimi, cresime, matrimoni, decessi e Stato delle Anime si ha la possibilità di conoscere la serie dei Parroci che hanno retto la Chiesa Parrocchiale di San Lorenzo.   SECOLO    XIV          Quirico Sanna     "             XV           Agostino Virde SECOLO   XVII        Gavino Faedda (nel 1606 è intervenuto al Concilio Provinciale convocato dall'Arcivescovo di Sassari Mons. Andrea Bacallar)     -     Leonardo Serra (nel 1619 ha autorizzato l'Amministratore della Parrocchia a stipulare il contratto con alcuni fabbri per la costruzione di due campane, una delle quali è stata rifusa nel 1868)     -     Matteo Manunta (deceduto il 4 settembre 1669)     -     Quirico Pettenadu (deceduto nel 1685)     -     Gavino Manunta (succeduto al precedente lo stesso anno 1685, è intervenuto nel 1694 al Sinodo Diocesano indetto da Mons. Juan Morillo, ha costruito a proprie spese il Presbiterio, la Cappella dei Martiri Turritani come consta dall'atto notarile stipulato dal notaio Sechi in data 24 gennaio 1722) SECOLO    XVIII          Giovanni Diana di Sassari (succeduto al precedente nel 1725 e deceduto nel 1749)     -     Francesco Urgeghe di Osilo (succeduto al precedente nel 1749, ha fabbricato la Casa Parrocchiale metà a sue spese e metà a carico della Chiesa, alla sua morte avvenuta il 30 settembre 1778 ha lasciato la Parrocchia sua erede universale)     -     Salvatore Delrio (deceduto il primo febbraio 1793)     -     Giuseppe Luigi Cano di Sassari (succeduto al precedente nel 1794 e deceduto a Cagliari verso il 1817) SECOLO    XIX          Vincenzo Luigi Pilo di Sassari (succeduto al precedente nel 1818, nel 1833 rinunciatario, deceduto a Sassari verso il 1842)     -     Salvatore Cugurra di Sassari (succeduto al precedente nel 1833, trasferito alla Parrocchia di Santa Caterina di Sassari nell'ottobre del 1848)     -     Francesco Pitalis di Cheremule (succeduto al precedente nel 1852 e deceduto nel novembre 1866)     -     Vincenzo Chighini succeduto al precedente nell'ottobre del 1869, deceduto il 24 febbraio 1892)     -     Alberto Cherchi Vicario Parrocchiale dal 24 febbraio 1892 al 19 ottobre 1895, deceduto il 30 gennaio 1907)     -     Luigi Arru       Sezione: Il Paese 2023 Comune di Banari