Comune di Banari

Provincia di Sassari
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San Michele

 

 

B A N A R I

LE CHIESE

(a cura di Costantino GIOLA)

 

Chiesa di San Michele

     

     Le origini della chiesa di San Michele, come scritto in precedenza, sono le stesse della Parrocchiale, non si conoscono pertanto le modalità della donazione nè da cosa fosse costituita la dotazione a favore dei monaci camaldolesi da parte del Giudice Costantino primo di Torres.

     Nel silenzio dei documenti possiamo tracciare un quadro storico abbastanza verosimile delle vicende che hanno interessato la chiesa nel corso dei secoli.

     Con la partenza dei monaci nel corso del XIV secolo e l'assunzione d'importanza sempre maggiore della chiesa di San Lorenzo, attorno alla quale si sviluppò principalmente il villaggio di Banari, l'insediamento delle famiglie dei "Prinzipales" in quella che sarà denominata "Sa carrela de sos Palattos", il continuo sviluppo abitativo che verso la metà del XIX secolo vedrà insistere circa i tre quarti delle case e degli abitanti in quella che per secoli è stata definito il rione de "Sos Caffeaios", mentre quello di San Michele, scarsamente abitato, e delimitato dal bosco di Pala de Idda, da s'Abbadorzu e da Sas Codinas sarà nominato quello di "Sos Groddinos", perderà sempre più importanza e la stessa chiesa beneficerà di scarse rendite a vantaggio di San Lorenzo e San Giacomo.

     Alla visita pastorale di Mons. Juan Morillo  alla fine del XVII secolo risulterà proprietaria di due appezzamenti di terreno amministrati dal Rev. Juan Maria Solinas.

     La relazione ci conferma che la festa si celebra da tempo immemorabile la stessa è organizzata con grande impegno dagli Obrieri che, sia la sera della vigilia sia il 29 settembre, offrono alla popolazione un rinfresco.

     Alla chiesa in stile romanico, restaurata maldestramente più volte, si accede da una bella scalinata, mentre non resta traccia degli interventi effettuati nel corso del XIX secolo che avevano portato alla luce numerose sepolture risalenti probabilmente sia ai primi secoli dell'era cristiana, sia a quando la Chiesa permetteva la sepoltura dei fedeli negli atri.

     Sempre alla fine dell'800 eseguendo dei lavori di manutenzione all'altare è stato trovato un tubo di rame contenente all'interno alcuni grani d'incenso, delle reliquie ed una pergamena con una iscrizione latina la cui traduzione italiana è la seguente: Anno del Signore 23 dicembre 1320 quest'altare è stato consacrato ad onore dell'Onnipotente Iddio e del beato Michele Arcangelo per mano del Venerabile Padre Guantino per grazia di Dio vescovo di Sorres".

     Il tubo con il suo contenuto è stato riposto al suo posto.