Cari banaresi,
Ci permettiamo di scrivere queste righe in quanto in questi giorni siamo stati oggetto di polemiche ed attacchi personali conditi con insulti da parte di qualche concittadino sia personalmente che su Facebook. Premettiamo che non intendiamo, né ora né in futuro, rispondere ad affermazioni, atteggiamenti provocatori od offese gratuite. Alla base di ogni atto della vita civile ed amministrativa vi deve essere il rispetto reciproco delle decisioni e delle opinioni altrui, anche quando queste possono sembrare contrarie agli interessi personali di ciascuno.Solo partendo da queste elementari regole di buona educazione ci può essere margine per ogni e qualsiasi spiegazione e discussione sugli atti amministrativi, in questa come in altre occasioni. Detto questo ci sembra comunque opportuno e doveroso nei confronti della nostra comunità dare una risposta in merito al problema sollevato.
L'oggetto della polemica è l'aver effettuato un evento, legato alla Fiera d'arte del piccolo formato in corso a in questi giorni a Banari, nella Piazza del Comune che tutti conosciamo come Piazza “Sas Bovedas” e l'aver eventualmente favorito in questo modo un esercizio commerciale.
Cominciamo col dire che la scelta de “Sas Bovedas”è stata dettata solo ed unicamente da esigenze logistiche, in quanto l'artista, dopo aver visto e valutato il luogo inizialmente scelto dagli organizzatori per lo svolgimento della sua esibizione, ha richiesto un luogo diverso, dove poter meglio sistemare in lunghezza i pannelli su cui dipingere, che dovevano essere collegati tutti insieme, per la natura stessa della “performance”.
Detto questo ci permettiamo di richiamare la vostra attenzione sul ruolo che “Sas Bovedas” hanno ricoperto nel tempo nella storia di Banari.E’ stato sempre il luogo di riunione e di incontro del paese, dove si è scritta e narrata la nostra storia sociale, politica ed economica. Qui ci sono sempre stati i luoghi di ritrovo, dagli antichi “zilleri” alla locanda che accoglieva i forestieri. Qui si è sviluppata la vita democratica, qui hanno trovato posto le sezioni dei partiti.Qui si svolgevano le manifestazioni politiche, i comizi e sempre da questa piazza sono partiti, andando indietro nel tempo, i moti antifeudali .
Questa piazza è stata anche il punto di svago dei banaresi, dai balli in piazza negli anni cinquanta, alla chiusura del carnevale con il rogo di Giolzi, alle diverse feste civili per onorare i santi, nonché punto d'incontro per le risate che animavano l'estate banarese, con i mitici racconti di alcuni buontemponi emigrati.
Nessuno nel passato meno recente ha mai posto il problema di dove tenere le iniziative, gli spettacoli o i balli. Era naturale che le cose si facessero qui, nonostante ci fossero esercizi pubblici da altre parti, ricordiamo il mitico bar “de sos cumbattentes” in via La Marmora, un altro bar in vico Mazzini.Ricordiamo anche che in alcuni periodi questi esercizi erano più frequentati di quelli della piazza.In ogni caso, la piazza del Comune è sempre stata la protagonista della vita sociale.Se invece il problema è che la piazza venga utilizzata rispettando determinate regole allora si può aprire una discussione. Per quel che ci risulta tutti gli esercizi commerciali presenti in paese hanno delle autorizzazioni che indicano le regole ed i limiti per il corretto utilizzo del suolo pubblico nei diversi periodi dell'anno. In nessun caso può essere posto a condizione o peggio ancora precluso l'utilizzo della piazza per qualsiasi iniziativa pubblica.
Ricordiamo infine che ogni e qualsiasi atto della vita amministrativa è ormai pubblico: attraverso la consultazione dell’Albo Pretorio sul sito Internet del nostro Comune si può da tempo avere libero accesso alle delibere dei consigli comunali, della Giunta comunale ed alle determine.Di modo che non ci può più essere spazio per dubbi o tendenziose interpretazioni su finanziamenti di manifestazioni che da tempo sono state approvate e rese pertanto trasparenti e di pubblico dominio.
Rimanendo comunque a disposizione per ogni chiarimento, su questa e su altre questioni, a patto che si rispettino le elementari regole di educazione e di rispetto della dignità delle persone, vi salutiamo cordialmente.
L’Amministrazione Comunale.